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La Storia

Negli anni 2000 gli architetti Sabrina Boffo e Antonio Marcon rimasero incantati dalle suggestive atmosfere di quest’angolo di Toscana caratterizzato da un’alternanza di luoghi in cui è forte il rispetto degli equilibri ambientali e naturali che rendono questa terra un’area incontaminata in cui il tempo sembra essersi fermato.

Tra questa natura variegata e immerso nella macchia mediterranea i ruderi del “Podere Il Caglio” emersero con la loro forza evocativa richiamando i riferimenti di un luogo anticamente frequentato, rimasto in totale abbandono.

L’ antica struttura, presente nelle mappe del ‘700, era composta da una colonica padronale e da una serie di annessi agricoli, ormai in evidente stato di abbandono in seguito all’allontanamento dei contadini dalle aree collinari.

La passione e il lavoro di ricerca svolto ha permesso di riportare all’antico splendore il podere e l’intera tenuta che ora ha l’aspetto di un piccolo borgo rinato nel rispetto dei caratteri architettonici tradizionali dell’architettura toscana e dell’armonia tra forme essenziali inserite tra le ondulazioni del terreno secondo una sapienza antica radicata nello spirito del luogo (genius loci).

L’attenzione per i caratteri tradizionali non è solo nell’inserimento formale e paesaggistico, bensì nel recupero, riciclo e riuso dei materiali trovati sul luogo, quale la pietra, risorsa locale recuperata dalla bonifica dei terreni della proprietà, riutilizzata e reinterpretata sia per la costruzione dei muri dei fabbricati, sia per le pavimentazioni esterne.

La sostenibilità dell’intervento viene confermata anche dal punto di vista energetico per il quale la struttura si avvale della legna del luogo e del calore del sole.

Inoltre si può definire questo come un progetto di bioarchitettura per l’utilizzo esclusivo di materiali naturali, come le calci o il sughero per le coibentazioni, che evidenzia l’atteggiamento ecologicamente corretto dei due proprietari e delle loro idee  nei confronti del meraviglioso ecosistema dell’Alta Maremma.